Il corso “Journal Map 80 – Aggiornamenti in Cardiologia dalla letteratura” (id. 404798) offre l’analisi di studi chiave pubblicati recentemente sulle più importanti riviste cardiologiche internazionali, attraverso una selezione di contributi originali realizzata da un gruppo di Autori di prestigio nazionale e internazionale guidati dal Professor Stefano De Servi.
In particolare, nell’ambito della Rubrica “Dalla letteratura internazionale” si approfondiscono le seguenti tre tematiche: “Tachiaritmie atriali asintomatiche in corso di monitoraggio elettrocardiografico: giustificata la terapia anticoagulante?”; “Il trattamento prolungato con empaglifozin in pazienti scompensati induce il fenomeno della “tolerance”?”; “Valutazione del rischio ischemico ed emorragico in pazienti ACS: fondamentale per una medicina personalizzata”.
In tempi recenti, la durata ottimale della duplice terapia antiaggregante dopo un intervento di angioplastica o una sindrome coronarica acuta è stata oggetto di ampio dibattito scientifico e di intensa ricerca. Inoltre si è posta una progressiva attenzione sul rischio di sanguinamento, storicamente poco ponderato anche a fronte di un rischio ischemico molto elevato osservato nei primi anni di PCI. Parte di questa complessità deriva anche dal progresso, in termini farmacologici, di materiali e tecniche utilizzate (stent di ultima generazione, incremento dell’uso di imaging intravascolare), ma anche da un uso più “minimalista” degli stent, trend questi ultimi difficili da misurare in termini scientifici. L’Editoriale “Terapia “individualizzata” dopo sindrome coronarica acuta: alla ricerca del sacro Graal” è dedicato proprio a questi temi e analizza un articolo di Kerr e colleghi che riconosce il limite degli attuali strumenti a disposizione e conferma i già noti fattori di rischio ischemici ed emorragici.
La Rubrica “In una Immagine – De-escalation o abbreviazione della doppia terapia antipiastrinica nelle sindromi coronariche acute e nell’intervento coronarico percutaneo: una dichiarazione di consenso di un panel internazionale di esperti sulla trombosi coronarica” – propone in questo numero un’immagine tratta da un documento di consenso che cerca di fare chiarezza su due strategie di doppia antiaggregazione piastrinica utilizzate quali alternative (“short DAPT”, “de-escalation”) alla durata standard della DAPT di 12 mesi, ribadita quale prima scelta per i pazienti con sindrome coronarica acuta nelle ultime linee guida ESC.
La Rubrica “Dal Journal of Cardiovascular Medicine – Clinical and prognostic implications of heart failure hospitalization in patients with advanced heart failure” riporta i dati di uno studio che conferma come l’ospedalizzazione per insufficienza cardiaca nei pazienti con almeno un marker “I NEED HELP” ad alto rischio sia associata a una prognosi estremamente sfavorevole che supporta la necessità di interventi specifici, come il supporto circolatorio meccanico o il trapianto cardiaco.
La Rubrica “Autori italiani pubblicano – Abbreviated or Standard Dual Antiplatelet Therapy by Sex in Patients at High Bleeding Risk. A Prespecified Secondary Analysis of a Randomized Clinical Trial” è incentrata su uno studio finalizzato a valutare l’associazione del sesso con l’efficacia comparativa della DAPT abbreviata rispetto a quella standard nei pazienti ad alto rischio di sanguinamento (HBR). I risultati suggeriscono che le donne con HBR non hanno sperimentato tassi più elevati di eventi ischemici o emorragici rispetto agli uomini e possono trarre particolare beneficio dalla DAPT abbreviata rispetto a quella standard a causa di questi tassi di eventi numericamente più bassi. L’articolo si conclude con un’intervista, su questi temi, ad Antonio Landi [Fondazione Cardiocentro Ticino, Lugano].